La Palio di San Donato a Cividale del Friuli è una delle rievocazioni storiche più affascinanti e sentite del Friuli‑Venezia Giulia, capace di riportare la città indietro nel tempo fino al glorioso Medioevo. La tradizione affonda le sue radici già nel XII secolo, si ritiene che abbia avuto origine intorno al 1128, anche se la prima testimonianza documentale risale al 1361, quando il Camerlengo Oldorico annotò le spese per “lu palit”. Nel 1368 la città decretò che il Palio si sarebbe svolto “in perpetuo”, consacrando il suo valore per la comunità cittadina.
Il Palio nasce come celebrazione del patrono San Donato, onorato ogni anno il 21 agosto, ed era un evento di grande prestigio dove nobili e popolani si sfidavano nelle gare di corsa a cavallo (“palit da chaval”) e a piedi (“palit da pit”), subito affiancate da competizioni con tiro con l’arco, balestra e persino armi da fuoco, in rappresentanza dei borghi cittadini e a volte di castelli esterni.
Dopo una lunga pausa imposta dall’occupazione napoleonica, che dal 1797 mise fine a secoli di tornei e celebrazioni, la tradizione fu coraggiosamente ripresa nel 2000 per volontà dell’Associazione per lo sviluppo degli Studi Storici ed Artistici di Cividale, con il sostegno del Comune. Da allora il Palio è tornato a vivere nella sua forma scenica e partecipativa, fedele a una ricostruzione ambientale ispirata alla seconda metà del XIV secolo, epoca del patriarca Marquardo von Randeck (1368‑1382).
Oggi, durante il fine settimana più vicino al 21 agosto, Cividale si trasforma in uno straordinario scenario medievale. I cinque borghi storici, Borgo Duomo, Borgo San Domenico, Borgo San Pietro, Borgo Brossana e Borgo di Ponte, si affrontano in una serie di gare: corsa pedestre (con le tipiche calzature friulane “scarpetz”), tiro all’arco e tiro con la balestra, il tutto accompagnato da cortei, tamburi, menestrelli, giullari, sputafuoco e musici, con oltre 500 figuranti impegnati nella ricostruzione storica della città trecentesca.
Il premio è un gonfalone raffigurante San Donato, che viene consegnato al borgo vincitore e custodito per un anno nella chiesa dedicata del borgo stesso. Storicamente, i premi erano tessuti pregiati, mentre l’ultimo classificato riceveva un simbolico gallo o sparviero, segno di scherzosa umiliazione.
La manifestazione è completata da mercatini medievali, botteghe artigiane, dimostrazioni di falconeria, giochi storici, spettacoli teatrali e spettacoli pirotecnici, il tutto inserito in una scenografia coreografica in cui le vie sono pavimentate di fieno, illuminate da candele, e il moderno coperto dai tessuti in juta per ricreare il fascino del passato.