La Festa di Beneficenza in Campo San Giacomo dall’Orio è un evento imperdibile dell’estate veneziana, capace di coniugare allegria, musica, sapori autentici e un profondo spirito di solidarietà. Organizzata dalla Società San Giacomo Benefica, con il supporto dell’associazione culturale Leofanti, si svolge da oltre cinquant’anni nel cuore del sestiere di Santa Croce, trasformando il campo adiacente all’antica chiesa in un vivace centro di festa ogni luglio.
Per circa dieci giorni, dal metà luglio fino alla fine del mese – negli ultimi anni solitamente dal 17 al 27 – il campo si anima già dalle prime ore della sera, quando gli stand gastronomici aprono alle 18:00 per deliziare i presenti con piatti della cucina veneziana: sarde in saor, bigoi in salsa, grigliate miste e proposte vegetariane, il tutto annaffiato da birra fresca e vini locali
alloggi.
Accanto alla buona tavola, la tradizionale “pesca di beneficenza” coinvolge grandi e piccini, offrendo premi e contribuendo a raccogliere fondi per cause sociali.
La vera anima della festa emerge ogni sera, quando il palco illumina il campo con concerti dal vivo: band locali, tributi alla musica italiana degli anni ’60 e ’70, ska, funk, jazz e altro ancora. Nel corso delle edizioni recenti si sono esibiti gruppi come Sauro’s Band con swing e blues, gli Ska‑J, e i batisti cubani in dialetto veneziano “Batisto Coco”.
La serata culmina spesso in una grande tombolata, tradizionalmente programmata per l’ultima sera, in genere attorno alle 21:30, seguita da un momento di festa collettiva.
Quello che rende questa festa un appuntamento davvero speciale è che tutto il ricavato viene devoluto a sostegno di chi ne ha bisogno. La San Giacomo Benefica destina i fondi raccolti per fornire attrezzature sanitarie a ospedali, supportare famiglie in difficoltà, assistere disabili e anziani, finanziare progetti parrocchiali, aiutare lettori, laboratori, associazioni culturali e famiglie bisognose.
Oltre alle delizie del palato e alla musica, l’atmosfera è quella della Venezia che resiste all’omologazione turistica, fatta di relazioni autentiche, volontari che lavorano insieme e risate condivise. Come ha osservato un commentatore su Repubblica, è «il nostro fortino contro l’estinzione», un luogo dove la socialità sopravvive e genera speranza soprattutto tra i più giovani